The Smashing Machine, diretto da Benny Safdie, è un biopic sportivo/psicologico con Dwayne Johnson nei panni del lottatore MMA Mark Kerr e Emily Blunt come Dawn Staples. Presentato in anteprima alla Mostra di Venezia il 1° settembre 2025, il film ha generato un forte interesse per la trasformazione di Johnson e la sua interiorità espressa sullo schermo.

L’ambiente

Ambientato tra il 1997 e il 2000, il film esplora l’ascesa di Kerr come icona UFC, la sua discesa nella dipendenza da oppioidi e il rapporto turbolento con Dawn. Safdie evita i cliché sportivi in favore di un ritratto intimista e crudo della fragilità umana, lasciando spazio alla vulnerabilità piuttosto che alla vittoria.

Safdie adotta una regia nervosa, immersiva e naturale, con riprese in 16 mm e un approccio visivo casi-documentaristico. Le scene di combattimento sono brutali e realistiche, enfatizzate da un sound design calibrato per immergere lo spettatore nell’esperienza del protagonista.

Dwayne Johnson: una svolta attoriale

La performance di Johnson è stata definita come la sua migliore: vulnerabile, intensa e lontana dal classico eroismo “da blockbuster”. Le protesi e il trucco lo rendono quasi irriconoscibile, amplificando una trasformazione psicologica profonda. GQ lo paragona a turni come The Wrestler o The Whale, e si parla già di Oscar.

Emily Blunt: l’altra colonna del film

Emily Blunt offre una performance intensa e complessa, incarnando Dawn con autenticità: partner, nemesi e specchio del dolore interiore di Kerr. La loro chimica elettromagnetica è uno dei punti più forti, costruita sul rispetto reciproco e collaborazione sul set.

Alcuni ritengono la sceneggiatura troppo tradizionale, con troppe reminiscenze da genere sportivo.

Qualche recensione indica uno sbilanciamento nella rappresentazione della figura di Dawn, meno sviluppata narrativamente.

Il finale, con una sorta di riconquista sportiva, appare convenzionale rispetto al tono generale del film.

L’accoglienza

Il film ha ricevuto una calorosa accoglienza a Venezia, con standing ovation e ospiti commossi. Su Rotten Tomatoes ha raggiunto un 83% di approvazione, con recensioni che evidenziano la sua vitalità e la rappresentazione di una mascolinità fragile. Call-out dalla stampa: ottimo, commovente, crudo, vulnerabile.


Conclusione

The Smashing Machine è un film audace nella carriera di Dwayne Johnson: un ritratto intimo, doloroso e sincero, dove l’eroe diventa umano. Safdie dirige una sinfonia visiva di fragilità e tensione, sostenuta da due interpreti di livello: Johnson finalmente si concede al dramma, Blunt lo accompagna con fuoco e tenerezza. Pur con alcune cadute da dramma classico e qualche stereotipo di genere, il film rimane una prova potente e plausibile di glamour interiore. Da non perdere.