Robert Redford non è stato solo un attore di fama mondiale: è anche il cuore pulsante dietro al Sundance, una vera rivoluzione nel panorama cinematografico indipendente. La sua relazione con Sundance è iniziata anni fa, con un’idea che sembrava ambiziosa, ma che con passione e coerenza è diventata un pilastro per il cinema d’autore.

Le origini: da Sundance Mountain Resort all’Istituto per i cineasti

  • La terra, la montagna, l’idea: già dagli anni ’60 Redford acquistò terreni nello Utah, in una zona remota, quella che divenne Sundance Mountain Resort. Voleva non solo un luogo per sé, ma un rifugio, un paesaggio che unisse natura, bellezza e arte, lontano dai rumori di Hollywood.
  • Il primo laboratorio: nel 1981 fondò il Sundance Institute, con l’obiettivo di offrire uno spazio sicuro e protetto per registi emergenti, laboratori creativi, mentorship, sperimentazione. Dieci cineasti furono invitati a lavorare su progetti originali, circondati da advisor, vissuti dell’arte cinematografica.
  • Il Festival: inizialmente esisteva l’“Utah/US Film Festival” (1978), ma fu sotto l’egida dell’ Institute che la manifestazione si consolidò, cambiò nome, stagione, formato, diventando il Sundance Film Festival. Un festival riconosciuto come punto di riferimento per il cinema indipendente.

Curiosità e dietro le quinte del sogno Sundance

  • Redford non voleva che il nome “Sundance” fosse associato con troppa autocelebrazione: il nome deriva dal suo personaggio in Butch Cassidy and the Sundance Kid. Raccontava che all’inizio pensava fosse troppo rischioso darlo al resort o all’Istituto, perché “se il film fosse fallito…” sarebbe sembrato troppo personale.
  • Il resort resistette alle pressioni commerciali: Redford fece scelte deliberate per “costruire poco e preservare molto”, impedendo che lo sviluppo edilizio trasformasse il paesaggio naturale in un resort standard. Lo spirito originale di compatibilità natura‑arte gli stava molto a cuore.
  • L’Istituto ha sempre (anche quando il Festival è diventato grande) cercato di mantenere una parte fresca, sperimentale: laboratori, workshop, mentori, sviluppi che non erano solo per il mercato ma per la voce personale dei registi emergenti. Redford spesso partecipava, incoraggiava, ascoltava storie che altrimenti non avrebbero avuto spazio.

L’impatto di Sundance sulla carriera di Redford e sul cinema mondiale

La relazione tra Redford e il Sundance non ha solo arricchito la sua immagine, ma ha cambiato il volto del cinema:

  • Ha permesso che molti registi indipendenti trovassero un palcoscenico, che film “piccoli” o rischiosi venissero visti e distribuiti.
  • Sundance divenne un modello per altri festival in tutto il mondo, un’idea che il cinema non deve essere spettacolo solo commerciale, ma può essere messaggio, identità, sperimentazione.
  • Per Redford, fu un’estensione della sua visione: recitare e dirigere non era sufficiente, voleva creare comunità, dare opportunità, sostenere la libertà artistica. Il suo impegno ambientale, il legame con la natura di quelle montagne, tutto questo dava senso al perché di Sundance.