Il regista risponde alle polemiche legate a In the Hand of Dante, presentato fuori concorso a Venezia 82. Barbera: “La Mostra non pratica censure”.

La difesa di Julian Schnabel

«Non c’è alcuna ragione per cui bisognerebbe boicottare gli artisti. Io ho scelto questi attori per il loro talento artistico, hanno fatto un lavoro eccezionale. Tutto qui. Dovremmo parlare più del film che di queste tematiche».
Con queste parole, l’artista e regista Julian Schnabel ha risposto alle domande dei giornalisti sulle polemiche scoppiate al Lido per la presenza nel cast di Gal Gadot e Gerard Butler nel suo nuovo film, In the Hand of Dante, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2025.

La polemica è stata sollevata dal collettivo Venice4Palestine, che aveva chiesto alla Biennale di escludere dalla manifestazione “qualunque artista o celebrità che sostenga pubblicamente e attivamente il genocidio”. Una richiesta respinta con fermezza.

Barbera: “La Mostra è luogo di confronto, non di censura”

A prendere posizione è stato anche il direttore della Mostra, Alberto Barbera, che ha chiarito:
«Siamo la principale istituzione culturale italiana. Un luogo di apertura, di confronto e di dibattito. Non esercitiamo alcuna forma di censura. Per questo motivo, respingiamo al mittente la richiesta di escludere artisti se intendono presenziare al Lido».

Va sottolineato che né Gadot né Butler hanno partecipato alla proiezione veneziana del film.

Un’opera densa, tra Dante e i nostri giorni

In the Hand of Dante è tratto dal romanzo La mano di Dante di Nick Tosches. Un’opera che fonde finzione e realtà, intrecciando il presente alla figura del Sommo Poeta e alla sua Divina Commedia. Schnabel firma una narrazione visiva intensa, definita dallo stesso autore come un “flusso torrenziale di generi e personaggi”.

Nel ruolo del protagonista, un doppio Oscar Isaac, che interpreta sia Tosches che Dante. Accanto a lui un cast stellare: Al Pacino, John Malkovich, Martin Scorsese, Jason Momoa, Franco Nero, Louis Cancelmi, Sabrina Impacciatore e Benjamin Clementine, che firma anche la colonna sonora.

Nonostante le polemiche esterne, il film si conferma come una delle opere più discusse e visivamente ambiziose presentate a Venezia 82, a conferma del fatto che, come ha detto Schnabel, «il valore è nel talento e nella libertà creativa».