E’ arrivato il giorno tanto atteso, Martin Scorsese già a Torino da sabato pomeriggio, ha tenuto una conferenza stampa dove ha parlato del suo cinema e ha risposto a domande rivolte dai giornalisti presenti.

Cosa ha detto Martin Scorsese in conferenza stampa?

Ad accogliere il regista il direttore del Museo del Cinema Domenico De Gaetano (alla sua ultima apparizione da direttore) il quale ha subito donato a Scorsese un DCP contenente alcune scene inedite di Cabiria. Un dono molto apprezzato dal regista che ha approfittato dell’occasione per parlare della sua attività per il restauro e la conservazione delle pellicole, che inizia negli anni ’70 e si concretizza con la nascita della Film Foundation.

Negli anni ’70 con un gruppo di persone, che comprendeva anche Brian de Palma e Steven Spielberg, comincio a cercare di recuperare le copie in buone condizioni di diversi film perduti, realizzati tra il 1935 al 1960, per noi fonti d’ispirazione. All’epoca, lo studio sysyem stava crollando: dopo aver realizzato un film, gli studios procedevano con il successivo. Nessuno si prendeva cura della longevità delle pellicole. Andavamo dunque in cerca delle stampe e dei negativi, con un pellegrinaggio presso i cinema. I film a colori poi presentavano un ulteriore problema: la copia era poco costosa, ma la qualità era limitata e in brutte condizioni. Una dei primi film che ho cercato era la versione americana del Gattopardo, che ho trovato solo doppiata e di qualità distcutibile“.

Con Bob Rosen, recentemente scomparso, ho iniziato a pensare al futuro di queste pellicole, ma bisognava aumentare la consapevolezza in merito. Solo nel 1989, dopo Quei bravi ragazzi, la Warner si è mostrata interessata e poi, con la nascita della Fondazione, abbiamo cominciato a chiedere a ogni studio di donare le pellicole che ci interessavano in loro possesso, cercando di mettere insieme loro e gli archivisti, prima considerati dei ladri. Ma in verità salvano i film! Da allora, abbiamo conservato oltre due mila film“.

Scorsese e la violenza nelle pellicole

Ad un certo punto la domanda sulla violenza nelle pellicole e la sua risposta è stata molto interessante: “La violenza fa parte di noi, è essenziale, anzi naturale. Ho visto gente buona fare cose brutte. E viceversa. La violenza ci attrae perché è in noi. Non è il male assoluto, e ha un fascino tutto suo. Bisogna chiedersi chi siamo per capirla e capirci. Nelle mie strade c’era violenza, io l’ho vista e quindi non posso non parlarne. E poi c’è violenza e violenza. Esiste una violenza più “civilizzata”, per esempio non guardare o girarsi dall’altra parte è ugualmente violenza. In “Killers of the flowers Moon” si vede molto bene; quella è una storia di enorme violenza. Il mio cinema è anche fatto di questo“.

I documentari

I documentari sono entrati prepotentemente nella vita di Scorsese e a questo riguardo parlando del genere afferma: “Mi piace il mix di fiction e documentario – racconta -, guardo al passato. Sono stato produttore esecutivo di un film sull’archeologia sottomarina, nei giorni scorsi ero a Ustica e Taormina. Ecco perché le tempistiche si sono allungate: ho un progetto a Roma, oggi sono a Torino, poi tra un paio di giorni tornerò in Sicilia“.

Gangs of New York

Quando ho girato il film abbiamo indagato su questo esperimento di governo, l’idea dell’immigrato, che nel 1840 si trasferisce in un altro Paese. Erano presenti molti gruppi etnici e oggi abbiamo di nuovo i gruppi che c’erano all’epoca del film. È accaduto in passato e non sappiamo cosa possa succedere tra qualche settimana. Questo esperimento, che chiamiamo democrazia, potrebbe continuare oppure finire“.

Il ritiro

Rispondendo a voci che davano per imminente un suo ritiro ha risposto: “Non ho nessuna intenzione di ritirarmi, tranquillizzando così i suoi fans, alla conferenza stampa che ha preceduto gli appuntamenti di questi giorni . Il film su Frank Sinatra è solo rimandato mentre quello su Gesù è in lavorazione. Spero che Dio mi dia la forza e i soldi per terminarli“.