Un documentario fuori concorso alla Mostra del Cinema
È un omaggio sincero, affettuoso e pieno di luce quello che Sofia Coppola dedica all’amico di lunga data Marc Jacobs con Marc by Sofia, il documentario presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
“È stato stimolante e divertente”, racconta la regista — Leone d’oro nel 2010 con Somewhere — parlando del film.
“Mi sono anche un po’ preoccupata, perché ho pensato che, non avendo faticato, non potesse venire bene… anche se poi in ogni progetto ci sono comunque delle sfide da affrontare”, aggiunge con un sorriso.
Un ritratto personale e ispirazionale
Il desiderio di raccontare l’artista, non solo l’icona
“Volevo che fosse un racconto estremamente positivo e gioioso”, spiega la regista.
“È un ritratto molto personale di un amico. Per me era importante mostrare Marc come artista, nel suo processo creativo, che penso possa essere fonte d’ispirazione anche per le giovani generazioni. Volevo realizzare qualcosa di genuino, di naturale”.
Un’amicizia lunga oltre trent’anni
Le origini del legame tra Sofia Coppola e Marc Jacobs
Un’amicizia nata nei primi anni ’90, come ricorda la stessa Coppola:
“Avevo chiesto a mia mamma di portarmi a vedere una sfilata di Marc, e lui è venuto a salutarci. Mia madre era rimasta molto sorpresa. Da subito abbiamo iniziato a parlare, avevamo molto in comune e abbiamo cominciato a passare del tempo insieme.
In realtà non so nemmeno come siamo diventati amici: è successo, perché tante cose ci uniscono. In questi anni abbiamo vissuto tanti momenti diversi insieme”.
Marc Jacobs si racconta davanti alla macchina da presa
Un approccio confidenziale, mai sensazionalistico
Nel documentario, Jacobs si apre con sincerità ma senza retorica:
“Sofia mi ha messo molto a mio agio”, racconta lo stilista.
“Nella mia vita ho sempre scelto di parlare anche di cose di cui altri si vergognano — dai problemi con le dipendenze al ricorso alla chirurgia estetica — ma sapevo che questo non sarebbe stato un documentario alla Barbara Walters: niente lacrime, niente domande polemiche.
E comunque, anche se Sofia me le avesse fatte, sarei stato onesto, come sempre”.
La regista: “Personale, ma mai indiscreta“
“Volevo essere personale, ma non indiscreta”, conclude Coppola, fedele alla sua cifra stilistica fatta di delicatezza, osservazione e misura. In due giorni, Sofia Coppola ha portato a Venezia un progetto personale, costruito con affetto e misura. Un film che celebra la creatività, la vulnerabilità e un’amicizia che dura da oltre trent’anni, il tutto raccontato con la grazia visiva e narrativa che da sempre contraddistingue il suo cinema.