Un tributo commosso a un’icona del cinema

“Questo premio lo ricevo io, ma è per tutti voi. Io sono voi e voi siete me.”
Con queste parole, profondamente emozionata, Kim Novak ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Avvolta in un elegante abito nero e una stola verde e nera, l’attrice – classe 1933 – è stata accolta da oltre otto minuti di applausi e standing ovation. A consegnarle il riconoscimento è stato Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale, dopo un’appassionata laudatio firmata da Guillermo del Toro.


Un’eredità che va oltre il cinema

Kim Novak ha voluto ricordare in particolare i suoi genitori, a cui deve – dice – la sua forza interiore:

“Mio padre mi ha donato il sistema di valori in cui credo e mia madre, sin da quando ero una bambina timida, mi ha insegnato a essere la capitana della mia nave.”

Nel suo discorso, l’attrice ha anche parlato del valore della solidarietà, dei diritti e della democrazia:

“Siamo tutti insieme in questo mondo e dobbiamo unirci, lavorare insieme, renderci conto di quello che succede e fare tutto il possibile per salvare le nostre democrazie. Troppe persone hanno già sacrificato la loro vita.”


Guillermo del Toro: “Kim Novak è un misticismo che vibra”

Il regista Guillermo del Toro, amico e grande estimatore dell’attrice, ha offerto una lettura profonda del suo lascito artistico:

“Novak può essere una dea lontana, una tragica eroina gotica o una lavoratrice in pausa pranzo. In tutte le sue performance, porta sempre con sé un pizzico di lutto, crepacuore e profondità.”

Del Toro ha sottolineato la capacità unica dell’attrice di attraversare ruoli e generi senza mai perdere autenticità, citando alcuni dei registi più celebri con cui ha lavorato: Hitchcock, Preminger, Wilder, e co-protagonisti come Frank Sinatra, Jack Lemmon e William Holden.


L’arte come terapia: la pittura e la salute mentale

Nel suo discorso, Kim Novak ha affrontato anche un tema personale e coraggioso:

“Io sono bipolare, e dipingere mi ha aiutato ad esprimere le mie emozioni. Lo consiglio a tutti quelli che possono avere lo stesso tipo di problema.”

Un passaggio che ha toccato il cuore del pubblico, unendo la sua figura pubblica a quella privata, vulnerabile ma resiliente.


Un nuovo documentario e un tributo senza tempo

Dopo la cerimonia è stato presentato “Kim Novak’s Vertigo”, il documentario diretto da Alexandre O. Philippe, che ripercorre la carriera dell’attrice, con focus sulla sua interpretazione iconica in “La donna che visse due volte” di Alfred Hitchcock.

Il direttore della Mostra, Alberto Barbera, ha definito Novak:

“Una delle attrici più amate della grande stagione del cinema hollywoodiano. Un’icona indelebile, una stella che non ha mai smesso di brillare.”


Un Leone d’Oro che parla al presente

Il Leone d’Oro alla carriera a Kim Novak non è solo un premio alla sua filmografia straordinaria, ma un riconoscimento alla sua umanità, al suo coraggio e alla capacità di ispirare ancora oggi.
Attraverso il cinema, l’arte e la parola, Novak ci ricorda quanto contino la verità, la fragilità e la bellezza di essere se stessi.