Un silenzio potente avvolge il Lido per “The Voice of Hind Rajab”

C’è stato un silenzio diverso, profondo, quasi sacro al Lido del Festival di Venezia 2025. Un silenzio che ha preceduto l’arrivo, a sorpresa, di Joaquin Phoenix e Rooney Mara, mano nella mano, vestiti di nero. La coppia di attori hollywoodiani ha calcato il red carpet per sostenere “The Voice of Hind Rajab”, film in concorso e tra i favoriti per il Leone d’Oro.

Con loro, la regista tunisina Kaouther Ben Hania, che ha stretto tra le mani una fotografia di Hind Rajab, la bambina palestinese di sei anni uccisa a Gaza dopo ore di telefonate disperate ai soccorritori. Quel gesto è diventato un simbolo politico, un atto di memoria e denuncia.

Una storia vera e sconvolgente

Il film ripercorre la vicenda reale avvenuta il 29 gennaio 2024, quando Hind, sopravvissuta sotto il sedile dell’auto della sua famiglia colpita da un carro armato israeliano, implorava aiuto via telefono. Le sue parole, registrate dalle comunicazioni d’emergenza, sono diventate una delle testimonianze più scioccanti della guerra a Gaza.

La Mezzaluna Rossa Palestinese cercò per ore di salvarla. Anche i paramedici inviati a soccorrerla persero la vita sotto il fuoco israeliano. Quelle chiamate, oggi, sono al centro del film, trasformate in un’opera artistica che commuove e scuote le coscienze.

Un silenzio potente avvolge il Lido per “The Voice of Hind Rajab”

C’è stato un silenzio diverso, profondo, quasi sacro al Lido del Festival di Venezia 2025. Un silenzio che ha preceduto l’arrivo, a sorpresa, di Joaquin Phoenix e Rooney Mara, mano nella mano, vestiti di nero. La coppia di attori hollywoodiani ha calcato il red carpet per sostenere “The Voice of Hind Rajab”, film in concorso e tra i favoriti per il Leone d’Oro.

Con loro, la regista tunisina Kaouther Ben Hania, che ha stretto tra le mani una fotografia di Hind Rajab, la bambina palestinese di sei anni uccisa a Gaza dopo ore di telefonate disperate ai soccorritori. Quel gesto è diventato un simbolo politico, un atto di memoria e denuncia.

Una storia vera e sconvolgente

Il film ripercorre la vicenda reale avvenuta il 29 gennaio 2024, quando Hind, sopravvissuta sotto il sedile dell’auto della sua famiglia colpita da un carro armato israeliano, implorava aiuto via telefono. Le sue parole, registrate dalle comunicazioni d’emergenza, sono diventate una delle testimonianze più scioccanti della guerra a Gaza.

La Mezzaluna Rossa Palestinese cercò per ore di salvarla. Anche i paramedici inviati a soccorrerla persero la vita sotto il fuoco israeliano. Quelle chiamate, oggi, sono al centro del film, trasformate in un’opera artistica che commuove e scuote le coscienze.

Il cinema come atto politico

Phoenix e Mara non sono solo produttori esecutivi, ma anche attivisti impegnati. Insieme a nomi come Brad Pitt, Alfonso Cuarón, Jonathan Glazer, Dede Gardner e Jeremy Kleiner della Plan B, hanno scelto di dare forza a una storia che “deve essere raccontata”.

«Il fatto che tutti questi nomi abbiano aderito al film significa qualcosa», ha detto Ben Hania in conferenza stampa. «Abbiamo visto cambiare la narrativa in tutto il mondo. Ecco perché il cinema, l’arte e ogni tipo di espressione sono molto importanti: per dare voce e volto a queste persone».

Joaquin Phoenix: quando la produzione diventa un atto politico

Il coinvolgimento di Joaquin Phoenix in The Voice of Hind Rajab non è solo una scelta artistica, ma un vero e proprio gesto politico. Già noto per il suo attivismo radicale — dal veganismo ai diritti civili — Phoenix conferma con questo film il suo impegno a usare il cinema come strumento di denuncia e sensibilizzazione.

Dalla finzione alla realtà

Dopo ruoli in film come Joker o You Were Never Really Here, dove ha interpretato personaggi disturbati dalla violenza e dalla disumanità del mondo, Phoenix passa dietro la macchina produttiva per sostenere una storia vera e documentata, dando voce a chi non può più parlare: una bambina palestinese di sei anni, uccisa sotto il fuoco militare dopo aver supplicato per ore i soccorsi.

La scelta di “esporsi”

Phoenix avrebbe potuto limitarsi a una dichiarazione, come tanti colleghi. Invece ha scelto di mettere la faccia — e la sua influenza a Hollywood — per spingere un film che tratta uno dei temi più controversi del nostro tempo: la guerra a Gaza e le vittime civili. Il fatto che si presenti in coppia con Rooney Mara, anche lei produttrice esecutiva, rafforza l’immagine di un attivismo condiviso e coerente con le loro scelte di vita e carriera.

Altri progetti con finalità civili

Questa non è la prima volta che Phoenix si schiera attraverso il cinema. Nel 2020, dopo aver vinto l’Oscar per Joker, tenne un discorso in difesa della giustizia sociale e ambientale. Ha anche partecipato a documentari e campagne contro il maltrattamento degli animali e per il clima (Earthlings, Dominion), spesso rifiutando ruoli commerciali in favore di progetti etici.