Gus Van Sant presenta “Dead Man’s Wire” a Venezia 82: un film tra dramma e realtà

Il celebre regista Gus Van Sant ha presentato il suo ultimo film, Dead Man’s Wire, fuori concorso alla 82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il lungometraggio, tratto da una incredibile storia vera, racconta il drammatico caso di Tony Kiritsis, un uomo dell’Indiana che nel 1977 prese in ostaggio il suo agente ipotecario.

In occasione della conferenza stampa, Van Sant è stato affiancato dal produttore Cassian Elwes, dallo sceneggiatore Austin Kolodney, e dai membri del cast: Colman Domingo, Dacre Montgomery, Myha’la e Cary Elwes. Grande assente il protagonista Bill Skarsgård, che interpreta proprio Kiritsis.


Una storia vera al limite dell’assurdo

Il film è ispirato a un fatto realmente accaduto: Tony Kiritsis, in seguito al rifiuto di una proroga sul mutuo, prese in ostaggio Richard O. Hall, trascinandolo per le strade innevate di Indianapolis con un marchingegno che lo rendeva “ostaggio vivente”. Una situazione al tempo stesso drammatica, surreale e intrisa di umorismo nero, che ha colpito profondamente Van Sant.

“Ero interessato al Midwest, dove non avevo mai girato. E poi la storia era così bizzarra, quasi incredibile. Tony non voleva essere un criminale, credeva di combattere per un principio”, ha spiegato il regista, che riceverà anche il premio Campari Passion for Film.


Dacre Montgomery e il rapporto con Bill Skarsgård

Nel film, Dacre Montgomery interpreta Richard Hall, nonostante la marcata differenza d’età con il personaggio originale. “Io e Bill abbiamo passato un mese intero chiusi in una stanza, legati da un filo metallico. Questo ha reso il nostro rapporto autentico anche fuori dal set. È nata una vera amicizia”, ha dichiarato Montgomery.

L’attore ha sottolineato anche il sottotesto sociale del film: “Spero che il pubblico capisca che nessuno dei due personaggi è un ‘cattivo’ in senso assoluto. Sono uomini molto diversi ma incastrati nella stessa trappola”.


Le voci del popolo: Colman Domingo e Myha’la

Colman Domingo veste i panni di un carismatico deejay ispirato a Fred Hackman, vera figura della radio locale dell’epoca. “È la voce del popolo, qualcuno in cui tutti – anche Tony – trovano conforto. Ho fatto ricerche approfondite per renderlo credibile e tridimensionale”.

Myha’la, invece, interpreta una giovane giornalista afroamericana. Il suo personaggio nasce da un mix tra ricerche storiche e libertà creativa: “All’inizio ho cercato di imitare le vere reporter nere degli anni ‘70, ma poi Gus mi ha detto: ‘pensa più ad Angela Davis’. È stato illuminante”.


Un film che riflette sulla lotta individuale

Dead Man’s Wire non è solo un dramma ispirato a fatti reali, ma anche una riflessione sul potere, sull’alienazione e sulle azioni disperate di chi si sente schiacciato da un sistema più grande.

Come ha concluso Van Sant:

“In molti miei film i protagonisti lottano da una posizione di svantaggio. Tony non era un perdente, ma qualcuno che stava perdendo terreno. E ha reagito nel modo più estremo”.


Considerazioni Finali

Dead Man’s Wire si preannuncia come uno dei titoli più discussi di questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Una storia vera, portata sul grande schermo con il tocco inconfondibile di Gus Van Sant, capace di trasformare un caso di cronaca in una potente narrazione cinematografica.