L’Eritrea si trova nella top 10 della World Watch List da anni. È conosciuta come la “Corea del Nord dell’Africa” a causa del suo governo autoritario. La nazione riconosce solo tre denominazioni cristiane (eritrea ortodossa, cattolica romana e luterana), quindi chiunque segua il cristianesimo al di fuori di queste chiese riconosciute è costantemente a rischio.

Quali rischi corrono le denominazioni cristiane non riconosciute?

Sono comuni le incursioni della polizia per arrestare i credenti che adorano Dio al di fuori delle denominazioni riconosciute. Quando i cristiani vengono catturati rischiano di finire nella malfamata rete carceraria eritrea, dove possono essere condannati a pene indefinite. Le stime attuali indicano che ci siano circa 1.000 cristiani eritrei incarcerati senza una formale accusa. I membri di alcune chiese domestiche sono stati in prigione per più di 10-20 anni, sopportando condizioni disumane, tra cui l’isolamento in minuscole celle. (fonte Porte Aperte)

I Testimoni di Geova

Da ormai 30 anni i Testimoni di Geova dell’Eritrea subiscono una forte persecuzione. Dal 1994 ad oggi, più di 270 fedeli e sono stati imprigionati ingiustamente e addirittura torturati per la loro fede. Al momento sono in prigione ancora 64 Testimoni e nessuno di loro è mai stato formalmente incriminato o condannato. (fonte Jw.org)

Perchè sono perseguitati?

Ovviamente il governo eritreo non vuol sentire parlare di persecuzione, ma in realtà è quello che accade perchè? Il 25 ottobre 1994 il presidente dell’Eritrea, Isaias Afwerki, emanò un decreto che privava della cittadinanza tutti i Testimoni di Geova nati nel paese. Quel decreto venne emanato perché i nostri fratelli si rifiutavano di partecipare alle attività politiche o di prestare servizio militare. Già prima del 1994 i Testimoni di Geova dell’Eritrea subivano opposizione, ma quel decreto peggiorò le cose. Nei decenni successivi centinaia di Testinmoni furono ingiustamente arrestati, imprigionati e sottoposti a trattamenti crudeli. (fonte Jw.org)

gli atti ostili continuano

A seguito del rilascio di 32 Testimoni, avvenuto tra dicembre 2020 e febbraio 2021, sembrava che la situazione sarebbe migliorata. Purtroppo però non è stato così. Più di 20 Testimoni sono rimasti in prigione (uno di loro è in carcere senza un’accusa da più di 19 anni) e gli arresti sono continuati. Recentemente, alla fine di settembre 2024, le autorità hanno fatto irruzione in un’abitazione e hanno arrestato 25 persone che erano riunite insieme pacificamente per parlare della Bibbia. Tra queste c’erano tre persone con più di 80 anni, una Testimone al sesto mese di gravidanza e due minorenni. In seguito i minorenni rilasciati, mentre gli adulti sono stati trasferiti nella prigione di Mai Serwa. (fonte Jw.org)

La situazione nel mondo

Sono oltre 365 milioni i cristiani nel mondo che subiscono un livello alto di persecuzione per la loro fede. Un fenomeno che riguarda un cristiano su sette e che diventa uno su cinque in Africa e due su cinque in Asia. Ad illustrarlo sono i dati del rapporto “World Watch List 2024”, redatto dalla ong PorteAperte/ OpenDoors e presentato alla Camera dei Deputati. Tra i paesi più pericolosi ci sono la Corea del Nord, dove è impossibile vivere la fede cristiana. Seguono Somalia, Libia, Eritrea e Yemen e Russia ( non nella classifica ma dove dove in particolare le minoranze vengono perseguitate per la loro fede).

Paesi dove, si legge nel rapporto, “la fede cristiana va vissuta nel segreto e, se scoperti, i cristiani – soprattutto quelli convertiti – rischiano la morte”. Persone che rinunciano a una vita serena per la propria fede sono eroi in un mondo che combatte i valori del Cristo, queste persone sono la dimostrazione di come la fede se ben riposta e una forza prorompente che nessuno puo sconfiggere, neanche la morte.