E’ stato presentato al cinema Anteo di Milano e al cinema Reposi di Torino “Albatross” per la regia di Giulio Base. Il film narra la vera storia del giornalista triestino Almerigo Grilz, che negli anni ’80 fondò l’agenzia stampa “Albatross”.
Quali sono le basi di “Albatross”?
Giulio Base affronta la storia di Almerigo Grilz, dal fervore ideologico degli anni Settanta fino all’evoluzione in reporter indipendente, con una precisione che non cerca la pedanteria storica, ma la verità umana. La regia sceglie il silenzio sapiente, la lentezza calibrata, senza abbandonarsi alla retorica: un film che “non impone, propone”, invitando lo spettatore a entrare nella storia.
Il conflitto interiore diventa motore narrativo
Rivive il giovane idealista di destra, impegnato nei moti di Trieste, e la sua rottura con l’ideologia per trasformarsi in cronista di guerra. La relazione con Vito (personaggio di fantasia ripreso da Toni Capuozzo) alimenta le domande di fondo: fino a che punto un uomo può redimersi attraverso il proprio mestiere? Come sopravvivere alla propria storia senza perdere la propria passione?
Francesco Centorame e Giancarlo Giannini: duetto magnetico
Centorame offre una prova asciutta, intensa, e l’accento triestino — conquistato con rigore — aggiunge autenticità al suo protagonista. Giannini, nei panni di un Vito maturo e riflessivo, regala momenti di vibrante umanità, specialmente durante la difesa appassionata dell’amico caduto.
La fotografia di Giuseppe Riccobene, dai toni documentaristici, conduce lo spettatore tra scenari aridi di guerra e angoli marginali del presente, restituendo un continuum tra il passato di Grilz e la nostra realtà. Il montaggio sospeso favorisce l’ascolto interno, non il ritmo frenetico.
Un film che vuole essere ponte, non trincea
Base esplicita il suo obiettivo: non costruire santi né lapidare un uomo controverso, ma aprire dibattito e riflessione. In un’epoca polarizzata, Albatross si fa “partigiano della riconciliazione”. Il momento del “giornalista militante” interpretato da Base nel film è un pugno ben assestato alla retorica, una provocazione necessaria: serve a spingerci a pensare, non a convincerci con le armi del tifo.
In sintesi
Aspetto | Voto | Perché |
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Provocazione civile | 🌟🌟🌟🌟🌟 | Un biopic che osa mettere in discussione idee radicate. |
Sceneggiatura e regia | 🌟🌟🌟🌟 | Libera dal giudizio, limata e riflessiva. |
Fotografia / Montaggio | 🌟🌟🌟🌟 | Stili documentaristici che calano dentro la scena. |
Recitazione | 🌟🌟🌟🌟 | Centorame sorprende, Giannini incanta. |
Emozione | 🌟🌟🌟🌟 | Tristezza, nostalgia, speranza si confondono. |
Perché vedere “Albatross”?
- Per respirare la tensione degli anni ’70, tra piazza e idealismo, misurata senza sconti.
- Per vivere il percorso umano di chi sceglie la vita sul fronte per cambiare prospettiva.
- Per partecipare a un dibattito vivo, senza banalità o estremismi.
Senti questo film dentro? Io sì. È un’esperienza cinematografica che ti scuote e ti offre la possibilità di guardare dentro i conflitti e le passioni di un uomo — ma anche dentro le tue. Se cerchi un film intenso, misurato e potente, “Albatross” è un volo da non perdere.