Una partenza potente per La voce di Hind Rajab, il nuovo film della regista tunisina Kaouther Ben Hania, che ha conquistato il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria alla 81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film rappresenterà ufficialmente la Tunisia agli Oscar 2025, candidato nella categoria Miglior film internazionale.
La storia
La pellicola racconta la vera storia della piccola Hind Rajab, una bambina di cinque anni morta durante un attacco a Gaza, dopo aver supplicato per ore via radio gli operatori della Mezzaluna Rossa di salvarla. Una tragedia documentata attraverso materiali reali, inclusi gli audio originali delle sue comunicazioni, che conferiscono al film una straordinaria forza emotiva.
A Venezia
Accolto con 24 minuti di applausi al Lido, il film ha già attirato l’attenzione internazionale anche grazie alla presenza, tra i produttori esecutivi, di nomi di spicco di Hollywood come Brad Pitt, Joaquin Phoenix, Rooney Mara, Alfonso Cuaron e Jonathan Glazer. Un supporto strategico che potrebbe rivelarsi decisivo nella corsa agli Oscar.
“Speriamo che questo sostegno ci aiuti a far sentire ancora di più la voce di Hind e a toccare le coscienze di quante più persone possibile”, ha dichiarato Kaouther Ben Hania all’ANSA.
La regista tunisina non è nuova ai riconoscimenti internazionali: nel 2021 era già arrivata tra i finalisti con L’uomo che vendette la sua pelle. Ora torna con un film ancora più politico, che non esita a puntare il dito contro la gestione israeliana del conflitto a Gaza.
Un premio importante ma divisivo
Se da un lato La voce di Hind Rajab ha conquistato pubblico e critica, dall’altro non sono mancate polemiche per l’assegnazione “solo” del Leone d’Argento. Alcuni commentatori l’hanno vista come una scelta pilatesca, volta a evitare tensioni politiche. Il presidente di giuria Alexander Payne ha parlato di “decisioni difficili, con scarti dello 0,001%”, sottolineando che anche il vincitore del Leone d’Oro, Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch, è stato amato dalla giuria.
In un momento in cui Hollywood è politicamente più cauta (soprattutto dopo i recenti scontri tra major e figure pubbliche come Trump), la scelta di non premiare pienamente un film così esplicito nelle sue accuse potrebbe riflettere una volontà di equilibrio. Ma la corsa agli Oscar è appena cominciata.
Una voce che chiede ancora aiuto
La forza del film, però, resta nella sua verità disarmante. Hind Rajab, con la sua voce registrata mentre implora “Per favore, venitemi a prendere”, è diventata un simbolo non solo del dolore palestinese, ma anche della potenza del cinema nel raccontare l’umanità che resiste alla guerra.
Nei prossimi mesi vedremo se quella voce riuscirà a farsi sentire anche a Hollywood. Intanto, il film continua la sua distribuzione internazionale, già venduto in numerosi paesi prima ancora della presentazione veneziana.