Willem Dafoe sarà uno dei grandi protagonisti dell’82ª Mostra del Cinema di Venezia, con il film Late Fame, diretto da Kent Jones. Il film è stato selezionato in concorso nella sezione Orizzonti, dedicata alle nuove voci e forme del linguaggio cinematografico. Un ritorno che promette emozioni forti, tra poesia, ironia e riflessioni profonde sul significato della fama.

Late Fame: la trama del film

Tratto da un racconto postumo di Arthur Schnitzler, Late Fame racconta la storia di Ed Saxberger, un poeta dimenticato che, in età avanzata, viene improvvisamente riscoperto da una giovane generazione di artisti. Acclamato come un “genio nascosto”, Saxberger si ritrova al centro di un circolo intellettuale che lo celebra… ma lo conosce davvero? È l’inizio di un viaggio interiore tra illusione e realtà, dove il protagonista – interpretato da uno straordinario Dafoe – dovrà scegliere se lasciarsi travolgere dal mito o restare fedele a se stesso.

Late Fame

Late fame

Willem Dafoe: un’icona senza tempo

Difficile trovare un attore più camaleontico di Willem Dafoe. Dalla grande industria hollywoodiana al cinema d’autore europeo, Dafoe ha sempre saputo reinventarsi. In Late Fame, mostra ancora una volta tutta la sua sensibilità, dando vita a un personaggio fragile, ironico e profondamente umano. Non è la sua prima volta a Venezia, ma ogni suo ritorno è un evento. Quest’anno, Dafoe è presente anche in un altro film in concorso, The Souffleur, segno della sua centralità nel panorama cinematografico.

Da Green Goblin a Van Gogh: l’evoluzione attoriale di Willem Dafoe

Willem Dafoe è un attore che ha saputo attraversare i generi, i decenni e le etichette. Dal mondo del blockbuster Marvel fino alle pieghe più intime del cinema d’autore, il suo volto inconfondibile e la sua presenza scenica magnetica hanno sempre lasciato un segno. Nel 2002, Dafoe entra ufficialmente nella cultura pop interpretando Norman Osborn / Green Goblin in Spider-Man di Sam Raimi. La sua performance – esagerata, teatrale, ma anche tragica – diventa subito iconica. Non si limita al primo film: tornerà nei sequel, e nel 2021 riprenderà sorprendentemente il ruolo in Spider-Man: No Way Home, dando nuova profondità al villain e rubando la scena anche ai supereroi più amati.

Spider-Man

L’artista tormentato: Van Gogh in At Eternity’s Gate

Nel 2018, Dafoe incanta pubblico e critica con At Eternity’s Gate di Julian Schnabel, in cui interpreta Vincent Van Gogh. È una delle sue performance più intime e vulnerabili: l’attore abbandona ogni eccesso per dare vita a un uomo fragile, perseguitato da se stesso e dal mondo. La sua interpretazione gli vale una candidatura all’Oscar come Miglior Attore Protagonista, e consacra il suo posto nel pantheon del cinema d’autore contemporaneo. Qui Dafoe non recita solo: vive Van Gogh, immergendosi nella pittura, nel dolore e nel silenzio di un artista che ha cambiato la storia.

At Eternity’s Gate-Van Gogh

Un attore in equilibrio tra due mondi

Tra questi due estremi – il supereroe spettacolare e il pittore tormentato – Willem Dafoe ha attraversato ogni tipo di cinema:

  • In The Florida Project (2017) è un umile custode di motel, ruolo che gli vale una nomination all’Oscar come non protagonista.
  • Con The Lighthouse (2019) di Robert Eggers, entra in un universo gotico e allucinato, sfidando Robert Pattinson in un duello attoriale memorabile.
  • In Poor Things (2023), di Yorgos Lanthimos, si trasforma ancora: ironico, grottesco, visionario.
  • È anche stato Gesù in L’ultima tentazione di Cristo (1988) di Scorsese, e Pasolini nell’omonimo film di Abel Ferrara (2014).

L’ultima tentazione di Cristo