A quasi vent’anni dalla sua esplosione mondiale nei panni di re Leonida in 300, Gerard Butler torna sotto i riflettori internazionali, questa volta al Festival del Cinema di Venezia, giunto alla sua 82ª edizione. L’attore scozzese è tra i volti più attesi sul red carpet del Lido, grazie alla sua partecipazione a In the Hand of Dante, l’ambizioso progetto diretto da Julian Schnabel con un cast da sogno.

Il cast principale di “In the Hand of Dante

Nel film, ispirato al romanzo cult di Nick Tosches, Butler recita accanto a nomi come Oscar Isaac, Gal Gadot, Jason Momoa, Al Pacino, John Malkovich e con la produzione esecutiva di Martin Scorsese. Una presenza che non solo impreziosisce la kermesse veneziana, ma che riporta in primo piano un attore spesso sottovalutato dalla critica, ma amatissimo dal pubblico.

Da Glasgow a Hollywood: una carriera costruita a colpi di ruoli iconici

Classe 1969, nato a Paisley, in Scozia, Gerard Butler ha un passato sorprendente. Prima di approdare al cinema, si era laureato in legge e aveva intrapreso la carriera da avvocato. Ma la passione per la recitazione lo ha portato presto a Londra, dove ha mosso i primi passi tra teatro e piccoli ruoli cinematografici.

La svolta arriva nel 2006, con 300 di Zack Snyder: un film che è diventato un cult immediato e che ha scolpito nella memoria collettiva l’immagine epica di Butler, muscoli e mantello rosso, mentre urla “This is Sparta!”. Quel ruolo lo consacra come action hero, ma l’attore ha sempre cercato di alternare generi, spaziando tra drammi, commedie romantiche (P.S. I Love You, The Ugly Truth), thriller (Law Abiding Citizen) e doppiaggio (memorabile la sua voce in Dragon Trainer, nei panni di Stoick l’Immenso).

Cinema d’azione e produttore dietro le quinte

Se negli anni Duemila Butler è diventato sinonimo di adrenalina, lo si deve alla serie di film iniziata con Attacco al potere – Olympus Has Fallen (2013), dove interpreta Mike Banning, agente segreto spietato ma leale, poi protagonista di due sequel. Ma l’attore scozzese non si è fermato davanti alla macchina da presa: ha anche prodotto alcuni dei suoi progetti più riusciti, confermando un’intelligenza produttiva poco celebrata dai media.

Venezia 2025: una nuova pagina

Il ritorno a Venezia segna per Gerard Butler un momento chiave. Non solo per la visibilità che garantisce il festival, ma anche per il valore artistico del film presentato. In the Hand of Dante si preannuncia come una pellicola densa, visionaria, che unisce letteratura, esoterismo e noir. Schnabel, regista già acclamato per Lo scafandro e la farfalla, dirige un cast internazionale, e la presenza di Butler in un ruolo centrale (ancora da rivelare nei dettagli) è una scommessa interessante.


Un’icona trasversale, tra pop e profondità

Gerard Butler ha sempre rappresentato un ponte tra il blockbuster e l’interpretazione più viscerale. Amato dal pubblico per il carisma e la fisicità, ha saputo anche sorprendere in ruoli più intimi. E se oggi lo vediamo ancora protagonista sul tappeto rosso, è perché – nonostante alti e bassi – ha saputo mantenere intatta la propria autenticità, senza mai rincorrere mode o ruoli “facili”.

A Venezia 82, tra grandi nomi come George Clooney, Julia Roberts e Dwayne Johnson, Gerard Butler porterà il suo stile asciutto e magnetico, senza fronzoli. Un ritorno in grande stile per un attore che, più che “una star”, è un veterano del grande schermo.