Dopo aver conquistato la Palma d’Oro nel 2021 con Titane, Julia Ducournau torna a far parlare di sé con Alpha, il suo nuovo film presentato in concorso alla 78ª edizione del Festival di Cannes. L’opera, terzo lungometraggio della regista francese, arriverà nelle sale italiane il 18 settembre, distribuita da I Wonder Pictures.

In quali anni è ambientato “Alpha”?

Ambientato negli anni Ottanta, Alpha affonda le sue radici nel clima di paura e paranoia legato all’espansione dell’AIDS, trasformando il trauma collettivo in un racconto intimo e viscerale. Al centro della storia c’è Alpha, tredicenne inquieta interpretata dalla giovane Mélissa Boros, che una notte torna a casa con un tatuaggio misterioso: una “A” incisa rozzamente sul braccio. La madre, medico in prima linea nella lotta a un virus letale che ha già mietuto molte vittime, è sconvolta. Tra aghi, sangue e isolamento, l’ombra della malattia si insinua tra le mura domestiche, mentre il ritorno improvviso dello zio Amin – ex tossicodipendente – contribuisce a destabilizzare ulteriormente l’equilibrio familiare.

Cast

Il cast, di respiro internazionale, comprende anche Tahar Rahim (Il profeta), Golshifteh Farahani (Leggere Lolita a Teheran), Emma Mackey (Sex Education), Finnegan Oldfield (Vermines) e Louai El Amrousy.

Con Alpha, Ducournau prosegue il suo percorso visionario e corporeo già intrapreso con Raw e Titane: il corpo umano torna a essere protagonista assoluto, terreno di conflitto e trasformazione, mentre il sangue diventa simbolo di contaminazione, paura e – forse – redenzione. Una tempesta di vento rosso si avvicina, metafora potente di un mondo in bilico tra memoria e futuro.

Sinossi

Alpha è una tredicenne inquieta che vive sola con sua madre, dottoressa in una clinica specializzata. La loro quotidianità è sconvolta quando la ragazza torna da una festa con un tatuaggio “fatto in casa”, una A rozzamente incisa sul braccio. Il timore che la bravata l’abbia portata a contrarre un pericoloso virus inizia ad aleggiare nelle loro vite proprio mentre a casa loro compare lo zio tossicodipendente di Alpha (un maestoso Tahar Rahim).

Dal talento visionario della regista Julia Ducournau (Palma d’Oro per Titane), una storia potente, intima e commovente di identità, crescita e accettazione, un film duro come la pietra e impalpabile come un fantasma del passato.