“Lo chiamavano Scintilla” è uno spettacolo teatrale comico scritto e interpretato da Gianluca Fubelli, noto al grande pubblico con il soprannome di “Scintilla”. L’opera rappresenta un viaggio autobiografico dell’artista, che, giunto al traguardo dei cinquant’anni, ripercorre con ironia e sincerità le tappe salienti della sua vita e carriera.
Nato e cresciuto nel quartiere romano del Trullo, Gianluca Fubelli racconta la sua infanzia trascorsa per strada con gli amici, le prime esperienze lavorative e il trasferimento a Milano. È proprio nel capoluogo lombardo che inizia a inseguire il sogno di sfondare nel mondo dello spettacolo. L’incontro con il gruppo comico “I Turbolenti”, la partecipazione al programma televisivo “Colorado” e le esibizioni nelle piazze rappresentano alcuni dei momenti più significativi della sua carriera artistica.
Grande il successo e il riscontro ottenuto fino ad ora, con diversi sold out nei teatri. A 52 anni è il primo tour teatrale di Fubelli e, parere mio, data la sua verve comica e bravura, sarebbe dovuto arrivare molto prima. Le risate ci sono dall’inizio alla fine, il coinvolgimento del pubblico è presso che continuo e questo rende lo spettacolo ancora piu unico e coinvolgente.
Lo spettacolo è arricchito dalla presenza di due personaggi comici, i cavalli di battaglia di Fubelli, Giulio Cesare e Romolo Printz che fanno tornare indietro nel tempo e coinvolgono direttamente il pubblico.
“Lo chiamavano Scintilla” è un monologo che fonde comicità, narrazione e riflessione, offrendo al pubblico uno sguardo autentico e divertente sulla vita di un artista che ha saputo trasformare le proprie esperienze in fonte di ispirazione e intrattenimento.
La tournee proseguirà fino a fine maggio.
Di seguito l’intervista che abbiamo fatto a Gianluca al termine dello spettacolo di Brescia.